La tappa di oggi secondo Bardini

Oggi la sedicesima tappa del giro d'italia 2014 ha dato agli spettatori il grande spettacolo che ci si attendeva proprio dalle tanto attese salite alpine. Corsa fin da subito dura,dopo la partenza da Ponte di legno i corridori hanno affrontato l'ascesa del Gavia, accoppiata alla salita dello Stelvio (prima volta nella storia del giro che accadeva) e dopo aver scalato questi due passi epici che hanno fatto la storia del ciclismo si sono cimentati nella dura strada che porta alla val martello. già dalla prima salita si è capito che questo percorso avrebbe fatto danni nella classifica, non solo per la crudeltà delle salite ma anche per il maltempo.a completare questo mix esplosivo ci si è messa l'organizzazione dove non è stata chiara nello spiegare come si sarebbe eseguita la discesa dallo Stelvio, facendo intendere che sarebbe stata neutralizzata ma che forse il messaggio non essendo chiaro fin infondo non è stato interpretato o forse non è stato voluto essere interpretato nella maniera corretta.comunque sia importanti risposte dalla strada, dove un tanto astuto quanto forte quintana mette in riga la concorrenza facendo capire che il secondo posto al tour dell'anno scorso e la maglia bianca di miglior giovane non sono stati un caso e che quello da battere in salita è lui. Gavia fin da subito poco clemente; il mal tempo ed il ritmo imposto dai Movistar fanno letteralmente saltare un Ivan Basso che arrivato con velleità di classifica ma oramai data l'età e la poca brillantezza dimostrata negli ultimi anni può essere relegato a fare il gregario e/o a ricercare qualche gioia personale da uomo fuori classifica negli anni avvenire. altro uomo che subisce il freddo è Pozzovivo che comunque riesce a riprendersi ma dimostra di essere troppo attendista e non capace di imporsi. Rolland è sicuramente l'uomo che da brio a questo giro inventando e rischiando e viene ripagato rientrando in classifica dopo oggi. Hesjedal viene risvegliato dall'aria rarefatta dello Stelvio  che li ricorda la maglia rosa portata a casa nel 2012 e allora con un'azione tanto brutta stilisticamente quanto di cuore rimane attaccato a Quintana e perde la tappa per soli 8 secondi. Aru dimostra ancora di avere nelle gambe la forza per stare davanti e quindi puntare al podio, fa intendere che anche se giovane non è schiacciato dalla pressione dei gradi di capitano e fa lavorare anche la squadra come anche Majka che però negli ultimi chilometri fatica più del sardo. Kelderman incuriosisce e stupisce tanto da dimostrarsi la sorpresa positiva di questo giro dando conferma alle belle cose già fatte nel 2013. Uran purtroppo conferma le sensazioni già percepite da tutto il mondo del ciclismo, corridore completo a 360 gradi quest'anno ma per esserlo ha dovuto a favore della grande competitività a crono rinunciare ad un piglio più brillante in salita. L'ultimo uomo ancora considerato di classifica (ma molto probabilmente per poco) è un sofferente Evans che deve mettersi in testa che le salite del giro non sono quelle del tour e per stare davanti nella corsa rosa bisogna avere una marcia in più quando la strada sale.

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