Prigioniero del mio corpo

Sabato 20 settembre mi è stato chiesto di scrivere delle righe a voi, lettori di swatt, riguardanti un' ex atleta, a me molto vicino che di watt nella sua vita ne ha liberati parecchi. Compito per me molto difficile ma cercherò di trovare le parole adatte in poche righe.
Venti mesi fa, il 20 gennaio 2013, presso l' ospedale di Belluno veniva operato d' urgenza al cervello, per un ictus ischemico, Ivano Salvetti, l' atleta protagonista di questo articolo.
Prima di quella data, nel corso dei suoi quasi 51 anni (classe febbraio 1962), aveva sempre effettuato attivitá sportiva a livello amatoriale: da giovane appassionato di calcio ma senza grossi risultati, poi sfruttando i suoi 193cm per 77kg aveva ripiegato sulla corsa ed il ciclismo, ottenendo buonissimi risultati in entrambe le discipline, pur non essendo un fenomeno. Di lui vorrei però soffermarmi sullo stile di vita impeccabile: non fumava, qualche birra a pranzo ma niente di più, niente vizi, insomma una vita da atleta che al giorno d'oggi non si vede più molto frequentemente! Solo grazie a questa ed agli allenamenti massacranti a cui sottoponeva il suo fisico, riusciva a competere in alcune gare con gente ben più talentuosa di lui, la quale però magari non aveva la stessa intensità di allenamento e stile di vita. Ora, dopo venti mesi dal suo intervento è ancora costretto in una sedia a rotelle, disabile al 100%, la parte destra del corpo fuori uso, ma posso assicurarvi che la sua passione per lo sport, per il ciclismo in particolare e per tutto ciò che riguarda la fatica ed il duro allenamento è ancora vivissima in lui; vederlo impegnarsi a spingere quella carrozzina con l' unica mano rimasta, vederlo impegnarsi con i fisioterapisti che lo mettono in piedi sforzando anche la gamba non funzionante, vederlo stringere i denti, ti fa capire quanto questo uomo fosse abituato a fare fatica, a swattare, a non mollare mai, tanto da definirsi ora "PRIGIONIERO DEL SUO STESSO CORPO"!
Se ho accettato di scrivere queste poche righe su mio padre, è perché è solo grazie a lui che mi sono appassionato allo sport e per mettere ancora in evidenza due cose:
1- La prima la meno importante è dimostrare come siamo deboli: vita da sportivo, da atleta modello, eppure basta un nulla che domani non ci sei; è vero che molti risultati li ha ottenuti anche grazie al suo stile di vita, ma quello che voglio dirvi è di esagerare lo stesso, di essere arroganti il sabato sera e dominare in campo, in una bici, correndo a piedi o con un paio di sci la domenica mattina.
2- La seconda cosa, che mi sta più a cuore è mettere alla luce come ogni uno di noi nel suo piccolo swatta, libera watt! Ognuno alla sua maniera con intensità diversa, ma solo vedere una persona in difficoltà, faticare per stare in piedi 20 secondi aiutato da tre persone, vederlo stringere i denti, quasi sudare ed impegnarsi, beh anche questo è Swatt, anche questo è il mio ideale di Swatt, non solo il grande campione che vince una gara, ma anche il piccolo atleta che si impegna! Swatt è ovunque è nella vita di tutti i giorni, sta a noi porci quei limiti da superare allenandoci e swattando!!

Carlo Salvetti.

Nella Foto: Carlo e Ivano Salvetti sullo Zoncolan nel 2010


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